Sabato sera ho trascorso una delle più belle serate degli ultimi tempi, nonostante il caldo afoso (e anomalo) della notte aquilana e nonostante un ristorante un po’ strettino che però ha preparato un’ottima pizza Napoli!
Quella stessa sera ho avuto modo di “scoprire” una giovane donna che conoscevo già, ma solo formalmente.
Chiara è una professionista di successo, ricopre un ruolo di prestigio ed è arrivata dove sta solo con impegno, sacrifici e tante tante tante ore di studio.
Lei è la donna tosta che non abbassa lo sguardo: se ha ragione, per farsi valere e, se si accorge di avere torto, per assumersi le sue responsabilità.
Chiara è una donna bellissima che deve subire “anche” il pregiudizio degli uomini, in quanto donna e plausibilmente persuasiva sotto altri aspetti (ah… come siamo in basso, miei cari!!!), e delle donne, in quanto molto spesso invidiose!
Si parlava di lavoro, carriera, figli, scelte e rinunce: nella nostra società, purtroppo, il fatto di avere figli è un “handicap” della donna che, inevitabilmente, viene “accusata” di non poter essere più quella che era! (…e di questo pregiudizio dobbiamo ringraziare chi, nei secoli, di questa meraviglia della maternità – perché è proprio una meraviglia – ne ha approfittato, danneggiando se stessa e tutte le altre donne!)
Non è così!
Posso dirvelo con cognizione di causa perché sono mamma e, onestamente, per quanto sia decuplicata la stanchezza, credo di essere molto migliorata in termini di organizzazione, gestione del tempo, autocontrollo e automotivazione… ma questa è un’altra storia!
La chiacchierata con Chiara, intermezzata da mio figlio e dalla sua vivacità fisiologica, ha gettato una luce su due zone d’ombra che ristagnavano nella mia testa!
“Arrendersi” al pregiudizio che ci vuole “mamme” e quindi professionalmente limitate?
No, grazie!
Chiara dice “ho studiato e lavorato una vita per essere dove sono… di fare passi indietro non se ne parla” e allora?
Allora ci si organizza… si suda, si fatica… ma alla fine si riesce a portare il passo, anche senza diventare “stronze anaffettive”!
Io sono nella fase della grande fatica umana e professionale, fatto di pochissime ore di sonno e di un considerevole numero di caffè quotidiani e in questo momento di demotivante stanchezza, mentre sento forte l’istinto di buttare tutto all’aria, ho capito che devo resistere!
Questo è solo un passaggio, che, tra l’altro, mi sta insegnando davvero molto… e arriveranno i tempi in cui, dalla mia vetta, potrò godermi il paesaggio e ringraziare Dio (…e Chiara) per non aver mollato la salita, neanche quando mi tremavano le ginocchia e mi sembrava uno sforzo del tutto inutile!!!
Potrà sembrare sciocco dirlo (…anzi scriverlo!!!), ma sapeste quanto fa bene allo spirito!!!
Migliorarsi sempre si può?
NO! Si deve!
Ma questo lo canta anche Jovanotti, perché “il destino del mondo punisce chi ha le ali e non vola”!
Abbiamo il dovere di migliorare noi stessi, senza per forza dover imitare uno stereotipo, ma per rispetto della nostra umanità!
Non è più tempo di tirare i remi in barca e giocare a fare la Barbie!
Il mondo di Barbie è pieno e, come spiega il mio “ispiratore” Andrea Giuliodori (chi è Andrea Giuliodori e perché lo seguo? …lo scoprirai tra qualche post!) non sarà certo l’aver scoperto la salaminchia Giapponese a farti risalire la china!!!
Chiara è stata straordinaria: probabilmente senza saperlo, mi ha guidata verso la risposta ad una domanda che mi tormentava da giorni… quale?
Cosa ne faccio di questo blog?
…nel prossimo post ve lo racconto!
Per ora, grazie Chiara, grazie Andrea …e grazie Giacomo, di cui non ho parlato qui… ma lo farò con dovizia nel prossimo post!!!